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Sacchetti bio a pagamento, la decisione non convince

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Che da gennaio le buste biodegradabili per frutta e verdura si debbano pagare non è certo una notizia, ma lo è il grandissimo clamore che tale risoluzione ha generato. Sui social infatti non si parla d'altro tanto che lo stesso Renzi si è sentito in dovere di intervenire smentendo le tesi "complottiste"secondo le quali i bio sacchetti dovrebbero favorire "amici e cugini di terzo grado impegnati nella produzione dei sacchetti".

Certo è che presentare i sacchetti usa e getta a pagamento come una buona azione per l'ambiente fa ridere e convince poco.
Forse sarebbe più onesto ammettere che tale scelta va innanzi tutto a vantaggio delle aziende che fabbricano sacchetti prodotti da materiale naturali e non da petrolio che, a detta del segretario del Pd sono 150 con "quattromila dipendenti e circa 350 milioni di fatturato". Tra queste ci sarebbe anche la Novamont, guidata da una manager vicina a Matteo Renzi, Catia Bastioli, ma probabilmente il punto non è questo. Stando piuttosto ancora una volta alle parole del leader del Pd l'importante sarebbe promuovere la Green Economy e superare la concorrenza straniera soprattutto del Sud Est asiatico.
Tuttavia parlare di scelta sostenibile e di risoluzione ambientalista continua a suonare in modo strano sebbene il Ministro dell'Ambiente Gianluca Galletti abbia definito l'adozione dei bio sacchetti un "atto di civiltà ecologica che pone l'Italia all'avanguardia nel mondo nella protezione del territorio e del mare dall'inquinamento da plastiche e microplastiche". Se così fosse perché tali buste biodegradabili non possono essere riutilizzate? Perché non è consentito portarsi un sacchetto da casa? Del resto non sarebbe meglio ridurre il quantitativo di rifiuti immessi nell'ambiente sebbene biodegradabili?
Intanto, il Codacons, interpretando il mal contento manifestato dai propri iscritti, accresciuto dal fatto che i sacchetti dovrebbero caso mai essere a carico delle catene commerciali o degli esercenti,
presenterà una diffida al Ministero dello sviluppo economico. Il fine di tale azione legale sarà proprio consentire ai consumatori di riporre i propri acquisti in shopper per la spesa o buste trasparenti già in loro possesso senza doverle necessariamente comprare ogni volta. 

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Giovedì, 21 Novembre 2024

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