Pur essendo 1.100 i vitigni esistenti, in molti Paesi vengono coltivate solo 12 varietà di vigna che rappresentano dunque appena l'1% del totale e che alimentano l'80% del mercato.
A sostenere l'incidenza dei cambiamenti climatici sulla produzione del vino è un team di ricercatori capitanato dalla docente di Biologia evolutiva ad Harvard Elizabeth Wolkovich. Secondo gli studiosi questo fenomeno sarebbe da attribuire alla globalizzazione del mercato, che impone quelle varietà che meglio si adattano ai mutamenti climatici e di conseguenza alle variazioni ambientali. In conseguenza molte regioni dovranno rinunciare ai vini autunnali ed optare per quelle varietà che meglio sopportano caldo e siccità.