Un'altra straordinaria opera d'arte torna ad arricchire la già meravigliosa Torino. Ha riaperto, infatti al pubblico un'ala della Palazzina di Caccia di Stupinigi rimasta chiusa per 13 anni. Si tratta dell'appartamento del re, uno degli ambienti del corpo centrale della residenza sabauda.
Grazie al lungo e laborioso intervento di restauro effettuato, finalmente la Palazzina di caccia realizzata dall'architetto Filippo Juvarra, torna a rivivere in tutto il suo splendore. Il visitatore che ne varca la soglia potrà così viaggiare con la fantasia e ritrovarsi improvvisamente in una delle più prestigiose corti di fine settecento, in luogo nato per ospitare feste, sontuosi balli e momenti di svago dei sovrani. In un'ambientazione dal sapore barocco e rococò, ecco aprirsi all'anticamera, a cui si accede al maestoso salone ovale con la sua splendida volta istoriata con le «Storie di Diana» di Michele Antonio Milocco, o ancora i pannelli delle porte con i «Paesaggi» di Scipione Cignaroli e le tele di Pietro Domenico Olivero. Non meno affascinante la camera da letto del re in cui fanno bella mostra di sé innanzi tutto la volta di Milocco, la boiserie delle porte e la zoccolatura in legno dorato e dipinto con putti, volute e grottesche di Giovanni Francesco Farianoun ed un mobile medagliere di Pietro Piffetti. Oltrepassato il piccolo servizio igienico con mattonelle dipinte bianche e azzurre, ecco aprirsi il gabinetto da toeletta, decorato ancora da Fariano con grottesche, ed impreziosito da una tele raffigurante di «Polissena d'Assia» di Martin von Mytens, e da altre che raffigurano Vittorio Amedeo III, e i suoi figli.
Con la riapertura dell'appartamento del re si conclude un ideale percorso che guida i visitatori a riappropriarsi di un'importante pagina della nostra storia e che passa attraverso luoghi come il Palazzo reale, la Veneria reale, la Reggia di Racconigi, Villa della regina, il Castello di Rivoli, la Basilica di Superga: veri e propri gioielli di arte ed architettura.