Così facendo, grazie ad un decreto del Ministero dell'ambiente pubblicato nel corso del 2017 i suddetti residui potranno essere sottratti al ciclo dei rifiuti ed entrare invece nel ciclo del riutilizzo. Un tale approccio consentirà di limitare l'impatto ambientale dell'industria tessile .
Allo stesso tempo Confindustria Toscana Nord ha elaborato e messo a disposizione delle aziende del settore delle linee guida e una scheda tecnica di semplice consultazione che evidenzia la natura di sottoprodotti, e non di rifiuti, dei residui di lavorazione. Ciò permetterà di ottenere un chiaro esempio di economia circolare, non si dovrà pagare cioè un costo di smaltimento, ma una fattura di vendita a operatori del settore che reimmettono le fibre nel ciclo produttivo. Un' esperienza di tal genere tuttavia non è una vera novità se si pensa che Prato ogni anno rigenera una mole imponente di materiale tessile pari circa a 220.000 tonnellate. Non tutti i residui possono essere riutilizzati per tanto è indispensabile che le istituzioni si assumano le proprie responsabilità muovendosi verso la realizzazione di impianti adeguati.