L'impatto ambientale delle sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) utilizzate per rendere i prodotti impermeabili ad acqua e grassi, a quanto pare non sarebbe assolutamente trascurabile sebbene siano utilizzate fin dagli anni '50.
Ritroviamo infatti i PFAS nella nostra quotidianità in prodotti come tappeti, pelli, ma anche nel rivestimento dei contenitori per alimenti e nei tessuti tecnici. Le sostanze perfluoroalchiliche si accumulano nell'ambiente, nell'acqua, nel suolo e negli organismi viventi, uomo compreso e ad elevate concentrazioni sarebbero tossici anche se non esiste ancora una letteratura riguardo del tutto esaustiva.
Tra i PFAS più diffusi ritroviamo l'acido perfluoroottanoico (Pfoa) e quello perfluorottanosulfonato (Pfos), ritenuti fattori di rischio per numerose malattie tra cui tumori, essendo sospettati di entrare in gioco nella comunicazione intercellulari, ipertensione, colite ulcerosa e disfunzioni della tiroide. Sono infatti degli interferenti endocrini che vanno a colpire il normale funzionamento degli ormoni, compromettendo la crescita e riducendo la fertilità.
Esistono ancora studi secondo i quali nei territori maggiormente contaminati dai PFAS, come il Veneto occidentale si sarebbe riscontrato un maggiore incremento delle patologie fetali e gestazioni. La zona compresa fra Padova, Verona e Vicenza, già a partire dagli anni sessanta è stata avvelenata da sostanze perfluoro-alchiliche, versate per decenni nelle acque superficiali che da lì hanno poi facilmente raggiunto e contaminato le falde acquifere mettendo a rischio un'area che comprende ben 21 Comuni. Tale situazione, come ha precisato Gigi Lazzaro, presidente di Legambiente Veneto risale al 2013, resa nota attraverso uno studio del Cnr. I ricercatori coinvolti avevano manifestato preoccupazione sia dal punto di vista ambientale sia per la salute dei cittadini, nonostante ciò non è mai stato preso alcun provvedimento.
Oggi l'allarme è quanto mai attuale e si sta proseguendo con un piano di monitoraggio sui cittadini dai 14 ai 65 anni, sul fronte ambientale tuttavia la situazione continua ad essere tristemente e pericolosamente statica, tanto che, non avendo ancora attuato le opportune bonifiche, sarebbe almeno urgente, come ha ancora sottolineato Lazzaro, spostare la presa dell'adduzione dell'acquedotto e tutelare così la popolazione.