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Conseguenze dell'ozono sugli alberi

pino-cembro

Partirà un nuovo progetto italo-francese di tre anni per studiare gli effetti che l'ozono avrà sulla vegetazione per quantificare i danni causati da questo gas sulla flora tipica di alcune zone campione. Le aree d'indagine saranno le valli Varaita e Stura di Demonte nel cuneese e il Parco del Mercantour fino alla costa nizzarda in Francia.

 Lo studio si concentrerà su alberi tipici di questi ecosistemi come: pino cembro e pino silvestre per entrambi gli Stati, faggio per l'Italia e pino d'Aleppo per la Francia. Un'operazione del genere si presenta oggi come irrinunciabile dal momento che, il cambiamento climatico ci pone di fonte scenari inediti. Per poter intervenire bisogna necessariamente partire da dati concreti e questo lo sa bene  l'assessore all'Ambiente del Piemonte, Alberto Valmaggia che ha sottolineato l'importanza di tale azione congiunta tra Francia e Italia. Il progetto, del quale la Regione Piemonte ha la responsabilità organizzativa si soffermerà sull'analisi dell'ozono dal momento che, come ha spiegato l'ad dell'Ipla, Igor Boni - "è uno dei più temibili inquinanti, e il suo assorbimento produce radicali liberi che indeboliscono la pianta rendendola facilmente preda degli  agenti patogeni". I costi dello studio ammonteranno ad un milione e 200 mila euro.

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