Straordinario l'ultimo corto firmato Pixar, drammatico e intenso non vi lascerà indifferenti. Se pensate di liquidarlo definendolo semplicemente un cartone animato, vi sbagliate.
"Borrowed Time" infatti, è un viaggio nel mondo sconfinato dei ricordi, un percorso a ritroso nella memoria, alla ricerca di senso, nel tentativo di riscattare il presente.
"Tempo in prestito" non è un prodotto per bambini, ma è stato realizzato da due animatori della Pixar – Lou Hamou-Lhadj e Andrew Coatsin con l'intento di "creare qualcosa che andasse contro lo stereotipo del cartone animato."
I due registi che per dare la luce al loro corto hanno impiegato ben 5 anni, lavorando nel loro tempo libero, hanno spiegato di volere un film più adulto, per dimostrare che l'animazione può raccontare qualsiasi storia. "I nostri personaggi -hanno aggiunto- non sono edifici da costruire con i mattoni, ma creature in tutto e per tutto viventi".
Ed è proprio il realismo a caratterizzare i due personaggi che, per poco più di 6 minuti, dominano lo schermo. Al centro della storia c'è uno sceriffo ormai avanti negli anni, stanco e disilluso, probabilmente desideroso di dire basta una volta per tutte. E c'è suo padre anch'egli uno sceriffo, con il suo amore e la sua voglia di trasmettere al figlio la cosa più preziosa che ha, la voglia di servire la legge e di indossare sul petto la fatidica ed inconfondibile stella. E poi c'è lei, la tragedia che continua ad incombere, per nulla smorzata dal filtro dei ricordi, una tragedia che per sempre ha accompagnato il protagonista e che non accenna a separasi da lui . Tra dolcezza e disperazione lo spettatore segue i passi del protagonista, incollato allo schermo immerso in paesaggi dal sapore western, tra le note del premio Oscar Gustavo Santaolalla.