Presto potrebbe essere il mare a risolvere il problema della disponibilità di acqua potabile. L'annuncio arriva da un gruppo di ingegneri del dipartimento Denerg del Politecnico di Torino che lavora in collaborazione con il Massachusetts Institute of Technology e l'University of Minnesota.
I ricercatori spiegano, infatti, che ci sarebbe la possibilità di aumentare fino a 10 volte la permeabilità, e quindi la resa, delle membrane che fanno diventare bevibile l'acqua di mare, separandola dal sale. Per risolvere il problema dei costi molto alti e della lentezza del processo basterebbe usare delle membrane in zeolite al posto di quelle polimeriche.
Si tratta di un materiale caratterizzata da una fitta e regolare rete di pori con dimensioni inferiori al nanometro. Secondo gli studiosi le nuove membrane potrebbero raggiungere livelli di permeabilità fino a 10 volte superiore rispetto a quelli attuali, con conseguenze decisamente positive sui costi necessari al processo di dissalazione dell'acqua marina. Un nuovo metodo dunque, efficace ed a quanto pare low cost, che potrebbe essere risolutivo per risolvere il problema di acqua potabile sul nostro pianeta.
La ricerca tra l'altro potrebbe avere una ricaduta positiva anche su altri ambiti. Le membrane in zeolite così trattate potrebbero rivelarsi utile nelle tecnologie per ottenere energia sostenibile, e per la rimozione degli inquinanti nell'acqua.